Quante emozioni!
Sono Federica e sono un’infermiera ADVAR da circa 6 anni.
Amo profondamente il mio lavoro: se così non fosse sarebbe impossibile essere una professionista all’altezza delle sfide che mi aspettano ogni giorno.
Sono una persona molto emotiva e sensibile, ed essere mamma di due bambine piccole sta evidenziado questa mia indole.
Chi mi conosce bene mi chiede se essere così permeabile ed emotiva sia un problema con il mio lavoro alla Casa dei Gelsi.
Nel rispondere mi rendo conto che, involontariamente, sorrido.
Lo ribadisco. Non puoi essere un bravo professionista in Cure Palliative se non credi nell’importanza di ciò che fai ogni giorno e se non sei disposto a metterti in gioco anche in modo intimo e profondo.
Nel mio percorso professionale ho accettato che il mio carattere facesse parte della mia professionalità.
In questo modo riesco ad essere me stessa fino in fondo, consapevole che sto lavorando con il più grande patrimonio che abbiamo: le persone.
Questo approccio è una messa a disposizione intima, che ho sedimentato nel corso degli anni per incontrare l’altro in uno spazio comune, dove pronta ad accogliere tutti i suoi bisogni. E questa mia disponibilità l’altro la sente.
Ringrazio ogni giorno i miei colleghi e le famiglie che incontro nelle assistenze ADVAR per gli scambi e il valore del cammino che facciamo insieme.
Il mio lavoro, per fortuna, è supportato e sostenuto da un’équipe multiprofessionale che è la base fondante del nostro agire. La nostra forza è il gruppo e ciò che, insieme, costruiamo ogni giorno per i nostri malati e le loro famiglie.
Le soddisfazioni più grandi, quelle che mi porto nel cuore, sono il ritorno e le testimonianze di gratitudine dei famigliari.
Le loro parole danno sostanza al mio agire quotidiano.