Fidarsi di se stessi
FIDARSI DI SE STESSI PER AFFRONTARE IL DOLORE DELLA PERDITA DI UNA PERSONA CARA
La fiducia è un valore arduo da comprendere, per le tante sfaccettature che possiede.
Di chi o di che cosa ci si può fidare? Ad esempio nel tempo del lutto la sfiducia nella vita pervade chi si ritrova senza il proprio caro. E alla sfiducia nella vita – che toglie chi si ama – si aggiunge la sfiducia in se stessi. Nulla è più come prima, per cui nemmeno il dolente può esserlo: senza il suo caro si sente incompleto e mutilato.
“Senza di te” io non sono nulla, “Senza di te io non posso fare nulla verso cui potrei provare interesse, perché mi sembra di mancarti di rispetto”, “Non posso nemmeno permettermi di ridere”.
Sono queste alcune delle parole che manifestano il conflitto interiore di chi è in lutto. Fa fatica a fidarsi di un se stesso monco, di un se stesso divenuto sconosciuto. Qualsiasi certezza rispetto a chi è e può essere nell’oggi, viene meno. Tutti i ruoli prima ricoperti diventano insignificanti e privi di emozione. Qualsiasi luogo, anche familiare, diventa insicuro o triste perché fa emergere l’assenza sia della persona cara, sia del se stesso in cui si riconosceva.
Si può chiedere ad un dolente di avere fiducia in qualcosa? Forse nel tempo che lenisce il dolore? Nell’opportunità di trovare nuove amicizie? Di avere nuovi impegni? Nulla avrà senso se prima non viene ricostruita quella parte di sé che si è strappata con la morte della persona cara.
Il processo di autoguarigione ha tempi lenti, molto lenti. Vi è un modo perché questo accada? Per comprendere come possa avvenire si potrebbe immaginare una persona che ha in mente una meta ma non sa quale sia la strada migliore per raggiungerla. A volte riesce a procedere e a volte è costretta a tornare indietro per poi ripartire. Difatto il percorso di attraversamento del dolore per un lutto è personale e il dolente va alla ricerca della motivazione per continuare a vivere. Per riuscirci ha la necessità di ricomporre tutte le sue parti andate a pezzi. Ha bisogno di guardare dentro se stesso.
Ogni parte di sé porta un valore: la speranza, la tenacia, l’energia, il coraggio, la calma, la capacità di attendere… A guidare il tutto ci potrà essere allora la fiducia.
La radice della parola fiducia riporta al termine fedele. Essere fedeli a se stessi, nonostante la perdita, significa non rinunciare a quel sentimento che accompagna ciascun individuo dal momento del concepimento: l’amore.
L’amore è il sentimento nobile che guida ogni azione, ogni scelta e che genera e rigenera continuamente legami fertili. Attraverso l’amore le persone in lutto sentiranno di potercela fare ad affrontare il dolore che le pervade. Parlando dei loro cari ad altre persone, senza timore di sentirsi sbagliati o giudicati, narrando del loro affetto a chi sa capirli ed ascoltarli, come ad esempio avviene nei gruppi di auto mutuo aiuto, i dolenti possono ridare significato all’importanza del loro legame e sentire che può generarsi in loro un nuovo legame, un legame che va oltre il tempo della vita terrena trascorsa assieme. Condividendo episodi di vita quotidiana, riportando aneddoti del proprio caro, sentiranno dentro di loro ritornare la fiducia nella vita, perché nulla andrà mai perduto.
Fiducia e amore viaggiano insieme e non si respingono, accompagnano ogni momento della vita e si alimentano, nutrendosi l’un l’altro. Resistono nonostante il dolore per la perdita di una persona cara e diventano certezze per ritrovare un equilibrio interiore che rende possibile raggiungere le destinazioni desiderate, sapendo che nel cuore ci sarà sempre amore e spazio per la persona amata.
Se non ci credi tu,
non ci può credere nessuno.
Vasco Rossi
Caterina Bertelli, équipe ADVAR Rimanere Insieme