UN DONO PER LA COMUNITA’

Riflessioni sul lutto e i giovani.

Beati i giovani che si lasciano scivolare via la sofferenza, loro non sanno, non conoscono la solitudine di chi dopo tanti anni di matrimonio si ritrova solo, senza la propria metà. Loro dimenticano presto”.

 

E’ quello che spesso sento affermare nei colloqui con famiglie in lutto. Agli occhi degli adulti, frequentemente, i ragazzi vengono visti come spensierati anche nel tempo della morte di un proprio caro, non attraversati dal dolore angosciante derivato per esempio dalla perdita di un nonno o di un genitore. 

Diversa è, invece, la narrazione che emerge dal dialogo con i ragazzi incontrati nelle scuole superiori del territorio, o in sede di colloquio individuale. Sempre più giovani richiedono aiuto per ritrovare sé stessi dopo un lutto, manifestando e riportando una sofferenza logorante. Troppo spesso è lo stereotipo sociale del ragazzo sempre felice e spensierato a impedir loro di esprimere le proprie emozioni. Anche le giovani generazioni si sentono smarrite, sole, e talvolta non individuano nella loro rete familiare un adulto di riferimento a cui confidare il vuoto lasciato dal defunto. Parlarne, libera dal cortisolo, l’ormone dello stress, fa diminuire la percezione del malessere con l’attivazione degli oppioidi endogeni naturali, e la disattivazione dei nocicettori, i recettori della percezione del dolore. Per un ragazzo, per un giovane adulto, la morte di una persona “nota” non è solo una notizia brutta quanto piuttosto la messa in discussione della propria identità. Questo termine può essere letto con molteplici significati. Ciò che può essere utile in questa diserzione è l’identificazione: il giovane si sente se stesso grazie alle persone che fanno parte del suo contesto relazionale e che gli trasmettono regole di vitale importanza, valori su cui poggiarsi e a cui fare affidamento. La morte toglie continuità nel processo di generazione di un sé autonomo e sicuro. Condividere con qualcuno ciò che sente nell’anima lo aiuta a consolidare quanto ha appreso, a ritrovare un continuum tra ieri e oggi. Aiuta il giovane a sentire fiducia nella prossimità e ad attivare la speranza che la vita, anche se talvolta toglie porti sicuri, offre presenza e comprensione.

Ecco la testimonianza di una ragazza di 26 anni, Carolina, che voglio offrire ai lettori della nostra Rubrica on line.

Carolina, dopo aver frequentato il gruppo di Castelfranco, ha salutato i suoi compagni con una lettera di gratitudine e riconoscenza, e con il dono di un disegno fatto da lei. Il disegno esprime tutta la sua esperienza: l’uccellino che ritorna a volare, illuminato da una nuova luce che lo avvolge e protegge…

Quando un giovane accetta di intraprendere un percorso di elaborazione del lutto come quelli che offriamo a Rimanere Insieme, pian piano si fa luce per se stesso e anche per gli altri. Un dono per la comunità tutta.

Caterina Bertelli, équipe ADVAR Rimanere Insieme

Quali parole e quali gesti offrire ai bambini nel tempo del lutto? A quali strumenti poter attingere per affrontare il tema della morte come esperienza della vita? Ne parliamo insieme in questo webinar gratuito, aperto alla cittadinanza.

 

Parliamo insieme di Lasciti Testamentari Solidali.


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